Descrizione

Ricordo solo che da bambino amavo disegnare camion, motocarri e automobili… tra le primeparole che mi tornano in mente c’è “blu”, era il colore del camion parcheggiato nella via dietro casa che amavo andare a vedere con mamma e papà.

Poi dopo aver disegnato altre centinaia di camion, animali, dinosauri, navi, ruspe, elicotteri, aeroplani e di essermi iscritto al Liceo scientifico di Legnano (dove sono nato), ho cominciato a disegnare e dipingere ad olio anche persone, anatomie dinamiche, battaglie, nature morte e di colpo varcavo la soglia della facoltà di Architettura dove ho disegnato troppi quadrati e cubi, almeno fino a quando ho visitato una mostra di Salvador Dalì.

In quel momento, di fronte ad unatecnica così alta, ho capito di non avere nessun diritto all’utilizzo della pittura ad olio; nel frattempo mi ero laureato con 110 e cominciavo la lunga gavetta dell’architetto… Ricordo progetti d’interni, planivolumetrici, render, disegni esecutivi mal retribuiti e di aver abbandonato il mio primo lavoro; ero seduto al tavolo in taverna, vicino a me c’era un pennino ed una boccetta d’inchiostro nero, così ho disegnato Sfasciacarrozze, cartelli di cantiere, Velieri a caccia di isole nella via lattea, unioni di sale con cucine, uomini sospesi sulle nuvole, uomini in ginocchio, uomini che non possono più volare, progetti di piste per la corsa del palio ,Pupi anticonformisti, direzioni di cantiere, cigni che si guardano allo specchio ed ero un architetto che allo stesso tempo faceva tanti lavori e finalmente camminava da solo con le sue gambe (ho detto che camminavo non che correvo).

Nel 2018 mi sono reso conto di aver prodotto solo disegni piatti… È ora di andare a caccia di un po’ di volume, di cercare dallo sfasciacarrozze qualche pezzo di metallo per dirgli che non è ancora il suo momento!
OPERA: Dove andiamo non ci sono strade
SCHEDA TECNICA
CONTENUTI DELL’OPERA:
L’opera mostra quale sarà il futuro in un mondo dove regnano consumismo ed egoismo… il tempo in
questione è il futuro ricco di riferimenti all’oggi. In un tempo in cui l’uomo non esisterà più auto-annichilitosi,
le sue spoglie saranno abitate dalla natura e dagli animali, ecco che una famiglia di lupi vive in una vecchia
Panda 4X4 in cima al monte PELPI. Il riferimento all’uomo è sotto la ruota della Panda: un fucile spezzato ed
un teschio.
ANNO DI ESECUZIONE: 2020
DIMENSIONI:
larghezza 139 cm. – altezza 103 cm. – profondità 15 cm.
PESO: 8 Kg.
TECNICA E MODALITÀ D’ESECUZIONE:
L’opera è un’incisione su metallo, il supporto è il cofano di una “Fiat Punto II serie ” rottamata.
L’incisione è stata fatta scavando col bulino nella vernice del cofano e cercando di sfruttare i diversi colori dei
vari fondi di finitura, che sono stati dati in catena di montaggio durante la sua costruzione.
REQUISITI DI FRUIZIONE:
L’opera è munita di attaccaglia e può essere appesa a muro senza problemi, in particolare il suo peso è stato
ridotto mediante l’asportazione dell’irrigidimento interno al cofano. Il modo migliore di fruirla è poterla
vedere appesa con un faretto che la illumina dall’alto e lascia brillare il metallo scoperto.