Descrizione

Mi interessa non solo dare nuova vita agli oggetti, ma cercarne un uso non previsto, non convenzionale, inventando e scoprendone le mille potenzialità. Nelle creazioni niente è come appare: i numeri della tombola diventano orecchini…Il tutto prende corpo da un nuovo sguardo sulle cose, sul fascino di ciò che resta e le sue infinite possibilità di esplorazione. Partire da qualcosa magari non più utilizzabile ma che racchiude ancora una storia, un ricordo che deve essere narrato ancora, nuovamente in altra veste, trasformandolo in qualcosa di totalmente diverso ma al contempo fedele a se stesso.
L’ oggetto diventa l’ occasione narrante per continuare una storia come quando giocavo con le bambole, le cui scarpette sono diventate gli orecchini per le mie figlie.
Il mio percorso artistico si sta indirizzando nella fiber art che però utilizza vari materiali e pertanto non solo stoffa di riciclo ma anche bottoni, pizzi etc. sempre preferibilmente di scarto. Sono stata selezionata per l’OPEN CALL di TRAMANDA trame d’autore.
Le opere che vedete in foto sono 4 fiabe Cenerentola, Rosaspina, Cappuccetto Rosso e Biancaneve narrandole tenendo in considerazione gli elementi archetipici della fiaba e realizzate per il Festival della Fiaba con cui collaboro che per quell’edizione aveva per tema LA FOLLIA.
Luciana Bellotti (
Lu-Ghirò creative flair
) è stata selezionata per l’Open Call 2020 con l’opera “Cenerentola”, un’opera ideata e
realizzata insieme ad altre tre tele, per la IV edizione del Festival della Fiaba 2019 sul
tema della follia. Raccontandosi a #Tramanda, Luciana ci ha detto:
“La Fiber Art è per me il mezzo attraverso il quale posso creare e narrare esprimendo il
mio percorso identificativo personale. Gli elementi caratteristici sono gli scarti di tessuti di
un tempo, nastri, bottoni vecchi pizzi e il filo che li narra.
Il materiale stesso da “salvare” affinché la sua storia non vada perduta, unitamente alla
narrazione della creazione.”
Parlandoci, poi, più approfonditamente di “Cenerentola”, aggiunge:
“Il percorso svolto è stato preceduto da letture e ricerche sia sul piano del tema proposto
che sul piano creativo. Il risultato ha portato ad una differente narrazione di FIABE IN
ARTE TESSILE, proposte per la prima volta, secondo questa modalità espressiva. Il
percorso d’individuazione personale sul tema della follia è iniziato dalle immagini che
affioravano alla mia mente quali la perdita di collegamento con la realtà, la fuga dal reale,
lo scollegamento dal senso, il non-senso.
Il folle, colui che non è più riconosciuto dal mondo, è fuori dal normale, dalla regola, è un
disadattato (nel senso del non-adatto).
Anch’io mi sentivo in sintonia con la follia di chi si sente incompreso, di chi si sente
sbagliato, fuori posto, il brutto anatroccolo nel laghetto sbagliato, l’accumulatore seriale
che tiene cose senza alcun senso, chi ha maniacale ripetitività di gesti semplici e banali,
chi ripete senza senso, chi si fissa, chi è in un mondo tutto suo, chi è troppo sensibile e
fuori dal coro, chi stona …. lo strappo, lo scarto, il buco, il rotto.
Ecco perché prediligo l’utilizzo di “scarti” di stoffe di lavorazione, campionari, pizzi e bottoni
vintage.”
Luciana ci ha molto emozionato, affrontando con grande creatività e sensibilità un tema
molto delicato, e per questo vogliamo ringraziarla con tutto il cuore.
Non perdeteci di vista!

Luciana Bellotti (Lu-Ghirò creative flair) has been selected for the Open Call 2020 with the
work “Cinderella,” a work conceived and realized together with three other canvases, for
the IV edition of the Festival della Fiaba 2019 on the theme of madness. Telling herself to
#Tramanda, Luciana told us:
“Fiber Art is for me the medium through which I can create and narrate expressing my
personal identifying path. The characteristic elements are the scraps of fabrics of the past,
ribbons, buttons, old lace and the thread that narrates them.
The material itself to be “saved” so that its story is not lost, together with the narration of
the creation.”
Speaking to us, then, in more detail about “Cinderella”, she adds:
“The path taken was preceded by readings and research both on the level of the proposed
theme and on the creative level. The result led to a different narrative of FIABE IN
TEXTILE ART, proposed for the first time, according to this mode of expression. The path
of personal identification on the theme of madness began from the images that surfaced in
my mind such as the loss of connection with reality, the escape from reality, the
disconnection from the sense, the non-sense.
The insane person, the one who is no longer recognized by the world, is out of the normal,
out of the rule, is a misfit (in the sense of non-adapted).

I too felt in tune with the madness of those who feel misunderstood, those who feel wrong,
out of place, the ugly duckling in the wrong pond, the serial accumulator who keeps things
without any sense, those who have maniacal repetition of simple and banal gestures,
those who repeat without meaning, those who are fixed, those who are in a world of their
own, those who are too sensitive and out of touch, those who are out of tune …. the tear,
the scrap, the hole, the broken.
That’s why I prefer the use of “scraps” of processing fabrics, samples, vintage lace and
buttons.”
Luciana moved us a lot, facing with great creativity and sensitivity a very delicate subject,
and for this we want to thank her with all our heart.
Keep following us!

La Fiber Art è per me il mezzo attraverso il quale posso creare e narrare esprimendo il mio percorso identificativo personale.
Gli elementi caratteristici sono gli scarti di tessuti di un tempo, nastri, bottoni vecchi pizzi e il filo che li narra.
Il materiale stesso da “salvare” affinché la sua storia non vada perduta, unitamente alla narrazione della creazione.
In questi anni ho partecipato con creazioni nate specificatamente per il Festival della Fiaba. Questo evento che quest’anno giunge alla sua ottava edizione ricco di stimoli e suggestioni creative e artistiche, è un progetto “attraverso un’indagine intellettuale, antropologica e culturale della fiaba” con l’intento di “abbattere le frontiere tra le discipline” e prevede una la narrazione orale della fiaba per un pubblico adulto con un tema differente ogni anno. Tutto ciò mi ha permesso di sperimentare, creare, ma soprattutto di meglio definire e identificare il mio percorso creativo.

CENERENTOLA, è stata ideata e realizzata insieme ad altre tre tele, per la IV edizione del Festival della Fiaba 2019 sul tema della FOLLIA.

Il percorso svolto è stato preceduto da letture e ricerche sia sul piano del tema proposto che sul piano creativo. Il risultato ha portato ad una differente narrazione di FIABE IN ARTE TESSILE, proposte per la prima volta, secondo questa modalità espressiva.

Il percorso d’individuazione personale sul tema è iniziato dalle immagini che affioravano alla mia mente quali la perdita di collegamento con la realtà, la fuga dal reale, lo scollegamento dal senso, il non-senso.
Il folle, colui che non è più riconosciuto dal mondo, è fuori dal normale, dalla regola, è un disadattato (nel senso del non-adatto).
Anch’io mi sentivo in sintonia con la follia di chi si sente incompreso, di chi si sente sbagliato, fuori posto, il brutto anatroccolo nel laghetto sbagliato, l’accumulatore seriale che tiene cose senza alcun senso, chi ha maniacale ripetitività di gesti semplici e banali, chi ripete senza senso, chi si fissa, chi è in un mondo tutto suo, chi è troppo sensibile e fuori dal coro, chi stona …. lo strappo, lo scarto, il buco, il rotto.
Ecco perché prediligo l’utilizzo di “scarti” di stoffe di lavorazione, campionari, pizzi e bottoni vintage.
Il punto filza come elementi narrante, che unisce, rattoppa e al contempo racconta, rappresentando la FOLLIA di linguaggio non riconoscibile e al contempo simbolico.
Il NON-SENSO e il NON-SERVE PIU’ non solo degli oggetti usati come mezzo narrante, ma dell’uomo stesso.
La narrazione della fiaba viene rappresentata attraverso gli elementi archetipici della fiaba stessa, resi con elementi simbolici come ad es. un bottone nero per la strega o la matrigna, un pizzo per la casa, o il castello.
Il legno del bastone è di nocciolo, pianta ricorrente in diverse fiabe, reincarnazione della madre in Cenerentola, ma più in generale, simbolo di fecondità, rigenerazione e saggezza interiore.
Il punto filza utilizzato viene messo in risalto utilizzando il contrasto del colore del filo e costituisce un ulteriore elemento narrante.
Differenti possono essere le narrazioni attraverso l’individuazione degli archetipi lasciando pertanto allo sguardo di ciascuno la personale interpretazione della narrazione.

Emerge infine un’altra storia, quella del passaggio di tradizioni, e le nostri radici narrate dai materiali: un microcosmo che si contamina con tecniche e influssi di altri mondi per affluire nel macrocosmo dell’universalità del linguaggio creativo che non ha confini.

Ho deciso di partecipare con quest’opera non solo per poter condividere con una platea e un pubblico più vasto questa idea di narrazione, ma al contempo il significato stesso di questa fiaba possa contribuire ad un percorso personale d’individuazione di ciascuno.
Sicuramente la FIABA, intesa appunto con i suoi simboli ed elementi archetipici mi accompagnerà nel percorso creativo ma altri progetti, legati a differenti temi quali il mondo del femminile e delle tradizioni, fanno parte del mio desiderio espressivo.

Il percorso creativo è una personale ricerca identificativa, una ricerca del sé e al contempo una necessità di fare memoria e narrare.
Non ho effettuato studi artistici specifici, ma creare è una necessità a cui non posso sottrarmi come una sorta di salvezza personale che necessita di narrazione di ciò che potrebbe andar perduto e al contempo di condivisione. Elementi costanti sono gli scarti, il filo, la narrazione e il far memoria.
Il percorso creativo-identificativo è unito a una sorta di voce interiore che mi spinge a “rendere visibile” qualcosa che potrebbe sparire ed essere perso per sempre.

Lo scarto, nelle mie mani fin da bambina, necessita ora di fare memoria, la sua fisicità di materia e forma mi indica la via della narrazione.

Come una riparatrice di ricordi, le creazioni sono un mezzo per raccontare con ciò che resta.