Descrizione
Perso in questi pensieri mi rendo sempre più conto di quanto fragile sia la mente umana, soggiogata da una curiosità morbosa e nello stesso tempo, succube di quello stesso istinto, fino quasi alla follia.
Il mio design è fuggire. Fuggire da tutto questo, rassegnarsi a non capire, a non sapere, a non soddisfare i propri istinti. Il mio design è un funerale. Con stucchi e vernici cerco di coprire, per quanto possibile, il passato degli oggetti, di seppellirli sotto uno strato glamour e kitsch. Mi accorgo però che questo mio agire porta inevitabilmente ad un processo di restituzione della vita, una vita nuova, diversa, nella quale solo le forme ricordano quelle della precedente, ormai defunta.
E’ così che un telefono diventa un orologio, una caffettiera o una bilancia magicamente si trasformano in lampade, o ancora un vecchio tosaerba, pericoloso, con le sue affilate lame, entra in una camera da letto, silenzioso, per sostenere i vestiti di una giornata pesante, mentre ci si riposa, vegliando e aspettando l’inizio di un nuovo giorno e il sorgere di un nuovo sole.
Così descrive il proprio lavoro Luca Scarpellini che da ex-giocoliere di strada, ex assistente di produzione cinematografico, ex studente di ingegneria poi laureatosi presso l’accademia di belle arti, si è fatto spazio come designer e artista negli ultimi anni, producendo pezzi unici ricavati da oggetti di scarto recuperati in ferrivecchi, mercatini e immondizia.